Rivista AIAF - Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minoriISSN 2240-7243 / EISSN 2704-6508
G. Giappichelli Editore

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La Maternità surrogata nel diritto francese (di Isabelle Rein-Lescastereyres-Coline le Cam-Mayou, Cabinet BWG (Parigi, Francia))


La realtà francese rispetto alla maternità surrogata presenta ancor oggi una rigida negazione per il ricorso ai contratti di GPA, ma la Corte di Cassazione ha stabilito che è ammissibile la trascrizione degli atti di nascita purché l’atto di nascita in questione sia stato redatto all’estero secondo le forme usate in quel paese. La Corte di Cassazione specifica che la domanda di trascrizione non è una domanda di riconoscimento o di diritto di filiazione, ma una semplice misura amministrativa di divulgazione a tutela del minore.

The French surrogacy situation still presents a rigid denial of recourse to surrogacy, but the Court of Cassation has established that transcription of birth certificates is admissible provided that the birth certificate in question was drawn up abroad in accordance with the forms used in that country. The Court of Cassation specifies that the transcription application is not an application for recognition or for parenthood rights, but a simple administrative measure of disclosure for the child’s protection.

Keywords: law third-party reproduction – nullity – surrogate mother – transcription.

SOMMARIO:

1. Introduzione - 2. Un quadro legislativo proibitivo - 3. Un quadro giurisprudenziale sempre pių accogliente - 4. E domani? La riforma della legge bioetica in fase di discussione - 5. Conclusione - NOTE


1. Introduzione

La “gestazione per altri” (GPA) è proibita in Francia e, sebbene sia in corso una riforma della legge relativa alla bioetica, la legalizzazione della GPA non è all’ordine del giorno. È dunque dal punto di vista dell’accoglienza in Francia dei legami di filiazione stabiliti all’e­stero, in particolare per ciò che attiene alla trascrizione degli atti di nascita stranieri sui registri dello stato civile francese, che le giurisdizioni francesi sono venute a conoscenza del fenomeno sociale, in crescita, rappresentato dai numerosi casi di GPA condotti all’estero da parte di francesi che desiderano un figlio, in un contesto in cui l’adozione internazionale è sempre meno accessibile. Paradossalmente, la Francia è fortemente presente nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) in materia di GPA. Una causa in particolare ha segnato profondamente l’evoluzione di questa giurisprudenza franco-europea: quella dei coniugi MENESSON e delle loro gemelle, nate nell’ambito di una GPA in California, con il supporto dei gameti del Signor MENESSON e di una terza donatrice. Questo caso ha rappresentato una vera e propria saga procedurale durata oltre 15 anni, durante i quali i genitori hanno cercato, con tutti i mezzi, di far riconoscere i legami di filiazione in Francia, obbligando così le autorità, sia europee che francesi, a prendere posizione.


2. Un quadro legislativo proibitivo

Sul piano civile, l’art. 16-7 del codice civile [1] francese prevede espressamente la nullità assoluta dei contratti di GPA e l’art. 16-9 dello stesso codice [2] precisa che tale nullità è d’ordine pubblico. Sul piano penale, sebbene non vi siano infrazioni speciali previste in materia di GPA per sanzionare direttamente i committenti e la madre surrogata, risulta dall’art. 227-12 c.p. che i com­mittenti possono rendersi colpevoli del reato di istigazione all’abbandono di minore, una volta stabilito che hanno indotto «entrambi i genitori o uno di essi ad abbandonare un bambino nato o nascituro», e questo «sia a scopo di lucro, sia in forma di dono, promessa, minaccia o abuso d’autorità». Si espongono così a una pena di sei mesi di reclusione e a un’ammenda di € 7.500. Quanto agli intermediari che facilitano l’accesso alla GPA, lo stesso articolo prevede che «il fatto d’intromettersi tra una persona o una coppia desiderosa di accogliere un bambino e una donna che accetta di portare nel suo grembo tale bambino nell’ottica di consegnarlo loro» rischia una pena di un anno di reclusione e € 15.000 di multa e del doppio «qualora tali fatti siano stati commessi a titolo abituale o con uno scopo di lucro». Infine, quando si tratta di professionisti della salute che sarebbero implicati in una GPA, questi possono essere sanzionati sulla base dell’art. 511-24 c.p. (ripreso dall’art. L. 2162-5 del codice della salute pubblica) secondo il quale «il fatto di procedere ad attività d’assistenza medica alla procreazione a fini differenti da quelli definiti all’articolo L. 2141-2 del codice della salute [3] pub­blica è punito con cinque anni di reclusione e 75.000 euro di multa». Nei casi in cui un soggetto di nazionalità francese facesse ricorso a una GPA in un paese in cui (tale pratica) è autorizzata, non si renderebbe colpevole di alcun reato sul territorio francese e pertanto oggi tali fatti non sono sanzionati penalmente. La questione dei limiti della territorialità del reato di mediazione viene posta comunque quando si tratta di siti Internet che propongono servizi di mediazione tra una “gestante” ed eventuali cittadini francesi. Mediante una decisione del 26 febbraio 2019 [4], il [continua ..]


3. Un quadro giurisprudenziale sempre pių accogliente

La giurisprudenza francese in materia di GPA si è molto evoluta nel corso degli ultimi dieci anni, inizialmente sotto il vincolo della CEDU, prima che la Corte di Cassazione adottasse finalmente una posizione che si spinge oltre le raccomandazioni europee. Tutto ha avuto inizio nel 2011, quando la Corte di Cassazione ha statuito in più cause [5] (tra le quali la causa “MENESSON” sopra citata) l’approvazione del rifiuto delle Corti d’Appello di trascrivere sui registri di stato civile francese i certificati di nascita stranieri di bambini nati da una GPA, con la motivazione che questi erano contrari all’ordine pubblico internazionale francese. Due anni più tardi, il Tribunale si è pronunciato nello stesso modo, trattandosi di GPA effettuate in India, ma questa volta su una base un po’ diversa: quella della frode alla legge [6]. In quell’epoca, la giurisprudenza francese tra l’altro considerava sistematicamente che il ricorso a una GPA impedisse, di per sé, ai genitori di stabilire in Francia la loro filiazione riguardo al mi­nore attraverso l’adozione [7] o il riconoscimento di un possesso di stato [8]. Pertanto, molto semplicemente, non esisteva alcuna soluzione che permettesse ai figli di vedere riconosciuto in Francia il loro legame di filiazione. Di conseguenza, in pratica, i figli vivevano in Francia con i propri genitori e si vedevano consegnare, talvolta combattendo, un titolo di soggiorno e un certificato di nazionalità [9], erano iscritti a scuola, ecc. Tutti elementi, questi, di cui la Corte di Cassazione francese non mancava di avvalersi per considerare che la sua giurisprudenza non incideva sul diritto alla vita privata e familiare ai sensi dell’art. 8 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, né sull’interesse del minore quale protetto dall’art. 3, par. 1 della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Tuttavia, per mezzo di due note sentenze pronunciate il 26 giugno 2014, la CEDU ha condannato la Francia nelle cause “MENESSON” e “LABASSE” [10], considerando che il rifiuto del riconoscimento (nel caso specifico, il rifiuto di trascrizione) del legame di filiazione biologica tra il padre e i minori recava pregiudizio al diritto alla vita privata di questi ultimi, nella misura in cui il diritto francese non autorizzava peraltro [continua ..]


4. E domani? La riforma della legge bioetica in fase di discussione

Dal luglio 2019, è in corso una riforma della legge bioetica dinanzi al legislatore francese. Dopo l’adozione di un primo progetto in prima lettura da parte dell’Assemblea nazionale, lo scorso febbraio il Senato ha finalmente fatto retromarcia, sopprimendo l’apertura della procreazione medicalmente assistita a tutte le donne (vale a dire, ai celibi e alle coppie di donne). L’Assem­blea si è rifiutata di tornare su queste disposizioni e il progetto di legge è stato rimesso in discussione. La riforma inizialmente attesa per la prossima estate dunque con buone probabilità interverrà non prima della fine del 2021. Stando così le cose, questo ritardo supplementare offre una pausa “ben accetta” alle famiglie interessate poiché, allo stato della sua ultima redazione, risulta dall’art. 4 bis del progetto di legge che la GPA continua a essere proibita in Francia, ma anche che, in caso di GPA all’estero, l’art. 47 c.c. verrebbe completato da un art. 47-1 secondo il quale: «Qualsiasi atto dello stato civile o sentenza straniera, ad eccezione delle sentenze di adozione, che stabilisca o faccia apparire la filiazione di un minore nato in seguito ad una convenzione di gestazione per conto altrui non può essere trascritta sui registri in quanto menziona come madre una donna diversa da quella che ha partorito o in quanto menziona due padri. Le disposizioni del primo paragrafo non costituiscono un ostacolo alla trascrizione parziale di questo atto o di questa sentenza, né alla cre­azione di un secondo legame di filiazione nelle condizioni del titolo VIII de presente tomo [22] si queste sono riunite». Allo stato attuale le due camere sembrano in ogni caso d’accordo a rifiutare la trascrizione del legame di filiazione del genitore “intenzionale”. La soluzione che verosimilmente verrà adottata dal legislatore sarà dunque quella delle sentenze della Corte di Cassazione del 5 luglio 2017, secondo la quale nei registri francesi viene trascritta solo la filiazione del minore nei confronti del padre biologico, mentre il legame di filiazione riguardo al genitore intenzionale avviene unicamente mediante l’adozione. Questa soluzione, sebbene armonizzi un certo equilibrio tra l’accoglimento di GPA effettuate all’estero e rispetto della proibizione francese, pone tuttavia determinate [continua ..]


5. Conclusione

Nell’attesa dell’entrata in vigore della legge bioetica, le autorità francesi continueranno certamente a trascrivere integralmente gli atti di nascita dei minori nati da GPA, che avranno così i loro legami di filiazione riconosciuti in Francia, sia nei confronti del padre biologico che del genitore intenzionale. Di conseguenza, è fortemente da considerare un ritorno alla giurisprudenza del 2017. Dunque, non si può negare la realtà: malgrado la rigida proibizione di fare ricorso a contratti di GPA in Francia, i francesi vi fanno ricorso all’estero, preferendo affidarsi a stati con i quali non hanno nessun collegamento, piuttosto che rinunciare ad avere un figlio. I bambini nati da GPA sono sempre più numerosi in Francia e, senza comunque autorizzare la GPA sul territorio francese, è necessario garantire la loro posizione, al fine di escludere il rischio che diventino “fantasmi della Repubblica”, ampiamente denunciati in passato dalle famiglie interessate, dalle associazioni pro-GPA e da una parte della popolazione. Comunque, la GPA resta un tema politicamente molto sensibile in Francia. Ricordiamo che nel 2013 i dibattiti sul progetto di legge che apriva il matrimonio alle coppie dello stesso sesso hanno indotto a scendere in piazza la metà della popolazione, per gridare la propria opposizione. Senza dubbio, queste evoluzioni sociali richiedono tempo e una parte della popolazione francese non è pronta. Se la PMA finalmente è aperta a tutte le donne grazie alla nostra riforma della legge bioetica, mantenere l’interdizione della GPA in Francia e limitare gli effetti di quelle effettuate all’estero sarà l’ultimo bastione di questa opposizione. La resistenza della Francia nei confronti della GPA si spiega in particolare con un attaccamento molto forte al principio dell’indisponibilità del corpo umano e, nei rari casi in cui il corpo viene reso disponibile, (donazione del sangue, donazione di organi, ecc.) all’anonimato dei donatori e alla gratuità delle donazioni. Ebbene, l’autorizzazione della GPA comporterebbe necessariamente la rimessa in discussione dei principi fondatori del diritto francese.


NOTE