Rivista AIAF - Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minoriISSN 2240-7243 / EISSN 2704-6508
G. Giappichelli Editore

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Saluti finali (di Monica Velletti Presidente Sezione Civile Tribunale di Terni – Sebastiana Ciardo, Consigliere della Corte di Appello di Palermo – Stefano Delle Monache, Avvocato in Padova, Professore ordinario di Diritto Civile presso l’Università Degli Studi di Padova – Alessandro Simeone, Avvocato in Milano – Francesco Paolo Luiso, Avvocato in Lucca, Già Professore Ordinario di Diritto Processuale Civile presso l’Università di Pisa, Presidente della Commissione Ministeriale per l’elaborazione di interventi in materia di processo civile e di strumento alternativi – Maria Giovanna Ruo, Avvocata in Roma, Presidente Cammino – Claudio Cecchella ,Avvocato in Pisa, Professore Ordinario di Diritto Processuale Civile presso l’Università di Pisa, Presidente Ondif – Antonio De Notaristefani di Vastogirardi, Avvocato in Napoli, Presidente Uncc)


Nel presente articolo si riportano i saluti finali del congresso nazionale AIAF tenutosi a Padova il 20 maggio 2022 in tema di riforma della giustizia familiare.

REPORT DELL’INTERVENTO DELLA DOTT.SSA MONICA VELLETTI a cura dell’Avv. Lorenza Razzi, Avvocata in Prato La Presidente Velletti (componente della Commissione ministeriale per l’elaborazione delle proposte di riforma del processo civile e degli strumenti alternativi, presieduta dal Prof. Francesco Paolo Luiso, e membro del gruppo di lavoro per l’elaborazione degli schemi di decreto legislativo recanti modifiche in materia di procedimento relativo a minorenni e famiglie) con il suo intervento reso all’assemblea nazionale AIAF tenutasi a Padova il 20 maggio 2020 osserva che la riforma è il punto di arrivo di un percorso che parte da lontano, iniziato dalla riforma della filiazione del 2012/2013, passando attraverso le riforme della negoziazione assistita, un percorso costruito in sinergia con le associazioni specialistiche di avvocati, e in particolare con AIAF. L’intervento della Dott.ssa Velletti si concentra poi sulla risposta che la riforma vuole dare al problema della violenza di genere, osservando quanto segue. È stato prezioso il lavoro svolto dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere che ha analizzato circa 1.500 procedimenti civili, estratti a campione, per valutare come viene affrontata la violenza di genere nelle aule giudiziarie. La ricerca ha confermato i dubbi già esistenti, ovvero che esiste una difficoltà, presente soprattutto nelle aule civili e minorili, ad intercettare, e dare risposta, alla violenza di genere; sensazione già maturata dalla Presidente Velletti insieme con la Dott.ssa Franca Mangano alla Prima sezione Civile del Tribunale di Roma. Nelle aule giudiziarie la violenza viene negata: la questione non viene affrontata, ma rinviata alla fase successiva, magari istruttoria, o all’esito del procedimento penale che si occupa della medesima vicenda. Il primo provvedimento che viene adottato è standardizzato: affidamento condiviso, visite regolari del genitore non affidatario. Peraltro, l’esperienza insegna che laddove si alleghi, insieme alla violenza, un altro problema di pari gravità, come una dipendenza, allora i provvedimenti non sono più attendisti, ma si fanno radicali, con affidamento super esclusivo alla madre e visite protette per i figli. Con la riforma ci si è voluti ispirare ad alcune buone prassi già esistenti in alcuni Tribunali, come quello di Roma, tendenti a creare una collaborazione tra giudice civile, giudice penale e pubblico ministero, e ad anticipare gli accertamenti quando vi siano allegazioni di violenza. Le norme della riforma devono anticipare accertamenti della violenza alle prime battute, quando vi sono allegazioni di violenza. L’allegazione deve essere la molla che fa attivare una “corsia preferenziale”; l’allegazione non basta, nel procedimento civile, a giustificare dei [continua..]