Rivista AIAF - Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minoriISSN 2240-7243 / EISSN 2704-6508
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Psicopatologia in età evolutiva: come riconoscerla, come contenerla* (di Maria Luisa Borgioli, Medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta, esperto di riabilitazione psichiatrica, supervisore)


L’autrice spiega che cosa si intenda per “adolescenza patologica” e illustra quali sono i disturbi psichiatrici importanti legati a questa fase della vita, quali i DCA (disturbi della condotta alimentare) i disturbi dello sviluppo della personalità e i disturbi psicotici.

The author explains what is meant by “pathological adolescence,” and illustrates what major psychiatric disorders are linked to this phase in life, such as eating disorders, personality development disorders, and psychotic disorders.

SOMMARIO:

1. Definizione di psicopatologia dell’età evolutiva: introduzione al concetto di adolescenza fisiologica e patologica - 2. Definizione di adolescenza e personalità - 3. Disturbi psichiatrici correlati ad un disturbo disfunzionale: anoressia, disturbo borderline di personalità, schizofrenia - NOTE


1. Definizione di psicopatologia dell’età evolutiva: introduzione al concetto di adolescenza fisiologica e patologica

La psicopatologia è lo studio sistematico delle esperienze, delle cognizioni e dei comportamenti abnormi di un individuo nelle varie fasi della sua vita. Esistono due tipi di psicopatologia: 1.   psicopatologia interpretativa; 2.   psicopatologia descrittiva. La psicopatologia interpretativa si basa su assunti teorici molto importanti per gli “addetti ai lavori” ma poco utili alla divulgazione scientifica (modelli psicodinamici freudiani, comportamentali ed esistenziali, ecc.). La psicopatologia descrittiva sarà, invece, quella che verrà utilizzata in questo articolo e che si basa sull’osservazione del comportamento, ovvero l’analisi di quello che riusciamo a vedere (sintomi e loro classificazione) e sull’empatia, che significa letteralmente “mettersi nei panni di un altro” ed è lo strumento clinico per misurare lo stato soggettivo interno di un individuo attraverso la capacità dell’osservatore di avere esperienze emotive e cognitive. Per quanto riguarda il concetto di età evolutiva sarà affrontato il periodo del ciclo vitale che prende il nome di adolescenza verrà indagata quella che viene definita adolescenza patologica, fulcro di disturbi psichiatrici importanti quali i DCA (Disturbi della condotta alimentare), i Disturbi dello sviluppo della personalità e i Disturbi psicotici.


2. Definizione di adolescenza e personalità

È la fase del ciclo di vita di un individuo in cui si individua la transizione dallo stadio di bambino a quello di adulto. Inizia indicativamente con lo sviluppo puberale (11-14 anni) e termina quando l’individuo è in grado di rispondere da solo alle esigenze della vita comunitaria. Mentre vista, udito, movimento, ecc. hanno tempi di sviluppo biologico più definiti, standard, lo sviluppo delle funzioni cerebrali più complesse, come la capacità di ragionare e di riuscire a vivere e a gestire le proprie emozioni ha una variabilità individuale. Nell’adolescenza, l’individuo è al massimo delle sue potenzialità e al massimo dei suoi rischi. È caratterizzata dal processo di costruzione della personalità e, di conseguenza, in questo periodo possono esordire le principali patologie psichiatriche che, se non curate in tempo, possono cronicizzare nell’adulto. La personalità è una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto che risulta da fattori costituzionali (temperamento), dello sviluppo e dell’esperienza socio-relazionale (carattere), secondo il modello scientifico BIO-PSICO-SOCIALE di salute.


3. Disturbi psichiatrici correlati ad un disturbo disfunzionale: anoressia, disturbo borderline di personalità, schizofrenia

L’adolescenza è, per sua natura un periodo di instabilità, di grande cambiamento da un punto di vista sia biologico che comportamentale, per cui ciò che è fisiologico e ciò che è patologico non è così semplice da discriminare per noi, figuriamoci per i genitori. Se la analizziamo dal punto di vista sociale, abuso di sostanze, alcool, fumo sono un’emergenza continua e l’impegno dei professionisti è quello di andare ad indagare se questi fenomeni riguardano dinamiche di gruppo oppure sofferenze personali. Affinché arrivino alla nostra osservazione è necessario che il genitore sia in grado di valutare se quei comportamenti sono preoccupanti o no, altrimenti ci arrivano per altre vie, spesso drammatiche. Anoressia: caratterizzata da un’inesorabile ricerca della magrezza, da una paura patologica del­l’obesità, da una distorta immagine corporea e da una restrizione degli introiti in base alle richieste, che portano a una significativa perdita di peso. È una malattia della relazione, non dell’appetito. Chi ne è affetto non può mangiare, non è che non vuole. Nel bambino, la sua soddisfazione dipende da quella dei suoi genitori, nell’adolescente si interrompe questo rapporto, l’individuo non si angoscia tanto per l’assenza dei genitori quanto per la presenza, c’è bisogno di separazione, differenziazione. È qui che si colloca il blocco della separazione che è rappresentato dal rifiuto di modifica del soggetto affetto da anoressia. La diagnosi è clinica. La maggior parte dei trattamenti prevede alcune forme di terapia psicologica e comportamentale. Il coinvolgimento della famiglia è fondamentale per la cura, soprattutto dei pazienti più giovani. Disturbo borderline di personalità: caratterizzato da una modalità pervasiva di instabilità e di ipersensibilità nei rapporti interpersonali, instabilità dell’immagine di sé, estreme fluttuazioni dell’umore, impulsività. La diagnosi avviene in base a criteri clinici. La persona vive costantemente nel presente, istante per istante, staccati l’uno dall’altro. Non riesce a costruirsi una storia interna. Fa sempre le stesse cose per ridurre l’angoscia: si droga, si taglia ... e vive uno stato eccitatorio [continua ..]


NOTE